11 Marzo 2004
Il Giornale di Vicenza

Concerti. Roberto Ferri al Canneti. Musica e poesia di Jacques Brel e dei suoi amici.

VICENZA – Stasera alle 21 all’Auditorium Canneti è in programma il recital di Roberto Ferri “Brel et ses amis”, primo rendez-vous dell’edizione 2004 di “Art de Vivre”, rassegna di spettacolo ed intrattenimento che l’Alliance Française di Vicenza dedica ai cultori della canzone francese.
Dopo il grande successo di pubblico delle serate dedicate lo scorso anno a Georges Brassens e alla canzone francese del ’900, non poteva mancare l’appuntamento con Jacques Brel e una schiera di “amici”, ovvero i grandi nomi che hanno frequentato la scena canora in Francia e in Italia tra gli anni ’50 e gli anni ’70, rubando allo spleen francese ritmi e suggestioni.
Il protagonista di questo recital, Roberto Ferri, è penna canora assai nota agli addetti ai lavori: è sua e di Vasco Rossi “E dimmi che non vuoi morire”, portata al successo da Patti Pravo. In “Brel et ses amis” Ferri regala ad alcuni tra i più celebri brani del grande belga una voce calda e intrigante ed una gestualità derivata dalla lunga frequentazione della scuola di mimo di Jacques Lecocq. “Les Bourgeois”, “Les Bigotes”, “Le Plat Pays”, “Madeleine” diventano brevi ed intensi ritratti canori che non smentiscono, dopo mezzo secolo, la drammatica compostezza di un linguaggio tenero e feroce.
“Les amis” che accompagnano il mostro sacro sono mostri sacri anche loro, basti citare De André, di cui Ferri traduce e canta “La canzone di Marinella”, ovvero “La Romance de Marinelle”, forse il pezzo più ascoltato della produzione del poeta e cantautore genovese. La versione francese dona al testo un supplememento di poesia, se mai ce ne fosse stato bisogno, e conferma l’idea che l’arte vive della contaminazione tra molte discipline. Fanno da controcanto Aznavour, Battiato, Becaud, Moustaki, Ferré. Passando per un fado e una milonga, Ferri marca un trait-d’union tra melodie penetrate dalla fugace luce dell’arte, tra splendore e rivolta.
Uno spettacolo per “amateurs” di tutte le razze, ossia per quanti vogliono liberarsi dell’anestetico rito dell’efficienza, e prendersi il tempo di ascoltare.